Nel 1992 Michel Anchel, a quel tempo giovane game designer francese della Ubisoft, incominciò a lavorare a un platform coloratissimo che aveva come protagonista una melanzana e il suo gruppo di strampalati amici; tre anni dopo uscì Rayman (su console Atari Jaguar, Sony PlayStation e Sega Saturn), che ebbe un tale successo, arrivando a vendere oltre 10 milione di copie, da diventare la mascotte stessa della Software House francese Ubisoft.
Il gioco impose fama alla bravura del designer francese, che alternerà nella sua carriera successi e fallimenti (tra i fallimenti il bellissimo e poetico Beyond Good & Evil del 2003, premiato dalla critica ma non dalla massa dei consumatori).
Un po’ come è stato per l’amatissimo idraulico di casa Nintendo, l’evoluzione di Rayman ha seguito le orme del 3D con titoli divertenti e di fattura impeccabile; nel 1999 arriva per Nintendo 64, Dreamcast e Playstation Rayman 2: The Great Escape, mentre nel 2003 Playstation 2, Gamecube e Xbox ospitano il terzo capitolo della serie, sempre creato da Anchel, dal titolo Rayman 3: Hoodlum Havoc.
Successivamente sembrò che la serie fosse giunta al capolinea, tralasciando titoli come Rayman Raving Rabbids e simili, contenitori di minigiochi sulla scia dei vari Mario Party.
Nel Novembre 2011 esce finalmente per Playstation 3, Xbox360 (versione provata), e Wii un nuovo capitolo della saga, e questa volta si ritorna alle origini del platform in 2D, come nel lontano 1995.
TECNICAMENTE ECCELLENTE
Dal unto di vista tecnico Rayman Origins è assolutamente perfetto: le animazioni sono fluide, il gameplay preciso, le ambientazioni di gioco varie, colorate e assolutamente magnifiche. Basta guardare le immagini del gioco per rendersi conto che siamo di fronte a un vero e proprio cartone animato interattivo. La cura dei dettagli anche più insignificanti è maniacale (dai fili d’erba che si sollevano al passaggio del protagonista, agli effetti di luce delle caverne acquatiche) e contribuisce, insieme al gameplay basilare ma estremamente coinvolgente, le musiche ispirate e un senso umoristico nella creazione di mondi e nemici strampalati, a fare di Rayman Origins uno dei migliori platform di questa terza generazione di console.
Alternando sezioni platform e scenari in shoot'em up il gioco non risulta mai ripetitivo.
Inoltre la possibilità di impersonare fino a quattro giocatori contemporaneamente e senza schermo diviso rende la sfida assolutamente divertente anche in compagnia.
NON SOLO PER BAMBINI
Sarebbe troppo semplicistico, viste le sue animazioni colorate e il gameplay intuitivo, bollare Rayman come un gioco adatto solo ai più piccoli. Effettivamente, come gli altri capitoli della serie, uno dei punti di forza di Rayman Origins è quello di avere una doppia natura, sapendosi adattare con versatilità a tutte le esigenze dei giocatori: se finire semplicemente il livello offre una sfida di per sé molto bassa (adatta ai piccoli, al gioco in famiglia o ai gamers occasionali), finire il livello raccogliendo tutti i lumen addormentati (piccoli esserini gialli che sono un po’ come le monete di Super Mario), liberando tutti gli Electoons trovando le gabbie nascoste, o semplicemente portare a termine la sfida a tempo, eleva la difficoltà a livelli altissimi: finire il gioco al 100% si dimostrerà assolutamente ostico e impegnativo anche per i più abili.
Raccogliere i Lumen, gli Electoon o i 10 denti del teschio darà al giocatore la possibilità di sbloccare personaggi extra e un nuovo livello difficilissimo ambientato nel Regno dei Morti.
Terminare il gioco nel modo migliore si rivelerà quindi assolutamente impegnativo, amplierà notevolmente la longevità fino a 15 ore e oltre, e farà esplodere la nostra melanzana centinaia di volte.
Niente di particolarmente innovativo, quindi, in questo videogame bidimensionale che ha il sapore dei platform e shoot'em up degli anni novanta, ma con una grafica e delle animazioni assolutamente splendide. Rayman Origins è in grado di coinvolgere una fetta di giocatori estremamente eterogenea, grazie all’immediatezza dei comandi e alla semplicità del gameplay, senza mai risultare frustrante. La serie di Rayman ha da sempre un tono leggero, scanzonato, una trama inesistente (ancora una volta Rayman e Globox sono impegnati nel salvataggio del loro regno, minacciato dal cattivo di turno che vorrebbe trasformarlo in un luogo buio e desolato): tuttavia come nei platform di una volta la semplicità è funzionale a un divertimento autentico, immediato e senza pretese.
di Francesco Di Jorio
Gioco gentilmente offerto da