Mortal Kombat X è un picchiaduro uno-contro-uno uscito nell’Aprile 2015 su PlayStation 4, Xbox One e Pc, su dispositivi mobile grazie ad una apposita app per iOS e Android e, entro la fine della primevara, su console old-gen (Ps3 e Xbox 360). Si tratta del decimo capitolo ufficiale della serie, molto atteso dai fan di tutto il mondo, tanto da spingere la casa editrice DC Comics (famosissima per Batman, Superman, Arrow e altri super eroi) a pubblicare una serie di fumetti basati sul videogioco.
COME UN FILM
A parte l’impatto grafico che stupisce non solo per i 60 frame al secondo costanti (per la gioia dei più esigenti) ma soprattutto per il sapore avventuroso, violento, sinistro e massicciamente dettagliato, una prima gradita sorpresa è la modalità “storia” che finalmente ci regala una paio d’ore di intrattenimento narrativo dal taglio fortemente cinematografico (caratteristica abbastanza insolita per un picchiaduro), davvero molto più convincente rispetto a quanto visto con il capitolo precedente uscito nel 2011.
La vicenda riparte da dove si era concluso Mortal Kombat 9, ma (senza rivelare troppi dettagli) questa volta non ci sarà il solito, banale, torneo “buoni contro cattivi”: se da un lato il dio caduto Shinnok cercherà di riconquistare il proprio potere perduto, dall’altro assisteremo ad alleanze politco-strategiche tra reami, lotte di potere e complotti di varia natura. E’ inoltre opportuno precisare (per i lettori che conoscono bene la serie Mortal Kombat) che verrà fornita anche una spiegazione per la presenza di quei guerrieri che erano deceduti nelle passate incarnazioni del torneo mortale.
QUALCHE SPUNTO DAL PASSATO
Per quanto riguarda il gameplay, Mortal Kombat X continua la via del 2D riscoperta nel 2011, dando modo, a chi aveva già snocciolato ed apprezzato le meccaniche di MK9, di sentirsi subito a proprio agio. Immediato e frenetico anche per i neofiti, numerose tecniche e altrettante combo sanno soddisfare l’appassionato di picchiaduro che qui dovrà allenarsi per affrontare gli avversari più forti (sia quelli comandati dalla cpu, sia i videogiocatori online). Dal passato ritorna (sebbene molto ridimensionata) sia la possibilità di interagire con il fondale per incrementare i danni o per evadere da certe situazioni scomode, sia la possibilità di scegliere tre varianti per ciascun lottatore. In questo ultimo caso però, rispetto a quanto visto nei Mortal Kombat di inizio anni 2000, fortunatamente non avremo un cambiamento totale (e inutile) dello stile di combattimento, ma solo un piccolo scambio di mosse segrete e combo che, in realtà, ci da modo di affinare il feeling con il nostro combattente preferito.
Mortal Kombat segue la propria tradizione inscenando combattimenti davvero molto cruenti: con fatality, X-ray e brutality, arti mozzati e interiora a sono all’ordine dell’ordine del giorno. Si tratta comunque di una violenza virtuale che si adatta al contesto, ma che, comunque potrebbe impressionare un’utenza sensibile.
NOVITA’ ONLINE: LE FAZIONI
Offline il gioco propone (oltre allo story mode) i classici scontri singoli e sfide di vario tipo (tra cui sopravvivenza, o sfida la sorte); online invece Mortal Kombat X introduce le fazioni (Lin Kuei, Black Dragon, White Lotus, Special Force), in lotta tra loro per la supremazia. All’avvio della primissima partita, a ciascun utente viene chiesto di aderire ad uno dei cinque schieramenti: ogni nostra azione contribuirà ad incrementare la classifica globale della fazione scelta. Si tratta di una buona trovata, dove ad alimentare ulteriormente il confronto ci pensano delle sfide in continuo aggiornamento (anche giornaliero) che premiano quei videogiocatori maggiormente attivi online.
Mortal Kobat X è davvero un ottimo picchiaduro, soprattutto per gli amanti della serie. Divertente da soli, offre il meglio in compagnia di amici ma anche online: data la fama e il successo su larga scala, MKX si appresta ad essere uno dei titoli più gettonati per tornei su scala globale (almeno fino all’arrivo dell’episodio successivo).
Unica nota di rammarico: ci sono oltre 20 combattenti tra cui scegliere, peccato che le arene siano poche.
di Emanuele Cabrini